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Cos'è l'olio di sansa e quali sono i suoi utilizzi
Cos'è l'olio di sansa e quali sono i suoi utilizzi

Partendo dai residui della spremitura delle olive, processo per produrre gli oli vergine ed extravergine, si deriva l’olio di sansa di oliva. La sansa è in origine uno dei prodotti di scarto dell'industria olivicola che, grazie ai recenti progressi nella tecnologia di estrazione, può essere riutilizzata in modo sempre più efficiente, per scopi che variano da industria a industria.

La sansa dell'olio è costituita principalmente dalla polpa, dai noccioli e dalle bucce delle olive, ed è un sottoprodotto della spremitura dell'oliva. Questo sottoprodotto è, tuttavia, ancora ricco di sostanze nutritive e principi attivi. Per questa ragione viene lavorato e poi riutilizzato in cucina, nel mercato della cosmetica o dell'industria, evitando quindi di sprecare le sue preziose qualità.

Grazie alla sua composizione chimica, l'olio di sansa di oliva rappresenta una fonte importante di acidi grassi e antiossidanti, che lo rendono un prodotto comunque nutriente per il nostro organismo. Ma quali sono i processi utilizzati per ottenere quest’olio? Quali sono le differenze tra l'olio di sansa e l'olio di oliva? E quali sono i suoi utilizzi in cucina e nella cosmesi?

In questo articolo, esploreremo le risposte a queste domande, approfondendo le proprietà dell'olio di sansa e i suoi molteplici utilizzi. Scopriremo come questo prodotto si stia affermando sempre di più come risorsa sostenibile per l'industria alimentare, cosmetica ed energetica, offrendo un'alternativa green alla gestione dei sottoprodotti dell'olivicoltura.

Da dove proviene la sansa dell'olio?

La sansa dell'olio è il residuo della spremitura delle olive utilizzate per produrre le diverse tipologie di oli d’oliva. Questo materiale è costituito principalmente da polpa, noccioli e dalla buccia dei frutti.

La sansa viene ottenuta attraverso un processo di separazione meccanica dell'olio dall'oliva, che prevede la sua estrazione tramite pressione e centrifugazione. Il residuo solido, costituito appunto dalla sansa, viene poi ulteriormente lavorato per ottenere l'olio di sansa di oliva.

Esistono diverse categorie di sansa, che possono variare a seconda del tipo di oliva utilizzata, della zona geografica di produzione, e delle modalità di estrazione. La sansa può, tra i vari usi, essere essiccata, per poi essere sfruttata come combustibile, o come materiale per la produzione di biocarburanti. Questo prodotto può essere adoperato anche come fertilizzante organico, grazie alla presenza di nutrienti come l'azoto, il fosforo e il potassio, è infatti in grado di rendere fertile un terreno coltivabile.

Come si ottiene l'olio di sansa?

L'olio di sansa viene ottenuto attraverso un processo di estrazione chimica dalla sansa delle olive. Dopo la fase di spremitura per la produzione di olio, la sansa viene raccolta e conservata per essere utilizzata. Questo materiale è in grado, infatti, di contenere ancora una percentuale di olio al suo interno, che può variare dal 3 al 6%.

Il processo di estrazione dell'olio di sansa prevede l'utilizzo di solventi chimici, come l'etanolo, che permettono di separare l'olio dalla sansa. Quest’ultima viene quindi versata in un apposito contenitore, dove è successivamente miscelata con il solvente. Questa miscela viene infine riscaldata per favorire l'estrazione dell'olio e la separazione dalla sansa.

Una volta terminato il processo di estrazione, l'olio viene separato dal solvente attraverso un'ulteriore fase di filtraggio, che permette di eliminare eventuali tracce di solvente residue. A questo punto, l'olio di sansa ottenuto è pronto per essere utilizzato. 

L'estrazione, che avviene attraverso processi chimici, ha più volte sollevato alcune preoccupazioni riguardanti la sua sicurezza alimentare. Tuttavia, l'olio di sansa di oliva utilizzato per uso alimentare viene sottoposto a rigorosi controlli di qualità e sicurezza, e deve rispettare precisi parametri di residui di solventi, stabiliti da specifiche normative europee.

Differenza tra olio di sansa e olio di oliva

Quello di sansa e quello di oliva sono due prodotti molto diversi per composizione dell'olio, gusto e proprietà organolettiche. L'olio di oliva extravergine, infatti, viene estratto direttamente dalle olive attraverso un processo di spremitura, mentre l'olio di sansa viene ottenuto attraverso un processo di estrazione chimica dalla sansa dell'olio di oliva. 

Dal punto di vista nutrizionale, l'olio di oliva è considerato uno degli oli più salutari per la sua alta concentrazione di acidi grassi monoinsaturi, che aiutano a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue e a prevenire malattie cardiovascolari. L'olio di sansa, invece, contiene meno acidi grassi monoinsaturi e più acidi grassi saturi, rendendolo quindi meno salutare dell'olio d’oliva.

In aggiunta, l'olio di sansa ha un gusto mediamente più neutro e un aroma meno intenso rispetto al sapore dell’olio di oliva, questo lo rende più adatto a utilizzi in cui non si vuole che il sapore dell'olio influenzi il gusto finale della preparazione, come ad esempio la frittura di alimenti.

In generale, l'olio di sansa è considerato un'alternativa economica all'olio di oliva extravergine. Tuttavia, se si cerca un prodotto di alta qualità, si consiglia di optare per l'olio di oliva extravergine classico, che resta sempre la scelta più gustosa e salutare.

L'olio di sansa è commestibile? I suoi utilizzi in cucina

Abbiamo visto che l'olio di sansa può essere reso commestibile attraverso un processo di raffinazione chimica, che ne elimina le impurità e gli conferisce un sapore meno acceso e marcato. Una volta che l'olio di sansa è stato sottoposto a questo trattamento, è considerato sicuro per l'uso alimentare e può essere utilizzato in cucina per la preparazione di diversi piatti.

Uno dei principali utilizzi dell'olio di sansa è la frittura, grazie al suo alto punto di fumo, che lo rende resistente alle alte temperature, si evita il rilascio di sostanze tossiche durante il processo. Rispetto ad altri oli vegetali, come ad esempio l'olio di semi di girasole, l'olio di sansa è in grado di mantenere stabili le sue proprietà organolettiche anche durante la frittura, evitando che il cibo assorba troppo olio.

Può anche essere utilizzato come ingrediente per la cottura al forno di alimenti sia dolci che salati. Tuttavia, va notato che ha un sapore meno intenso rispetto all'olio di oliva extravergine, quindi potrebbe non essere adatto per tutti i tipi di preparazioni, come il condimento di prodotti a crudo come crostini o insalate.

Altri utilizzi dell'olio di sansa

Oltre all'utilizzo in cucina, i prodotti estratti dalla sansa possono essere adoperati per scopi vari e differenti. Grazie alla sua azione emolliente e idratante è spesso sfruttato come ingrediente per la preparazione di prodotti cosmetici, tipo creme, lozioni e saponi. Può essere utilizzato anche come lubrificante per macchinari industriali e come combustibile per le caldaie a biomassa

In conclusione, l'olio di sansa rappresenta una via per salvare e riutilizzare il prodotto di scarto dell'industria olivicola. Grazie alle sue proprietà nutrizionali e al suo sapore neutro, è un prodotto versatile che può essere utilizzato in sostituzione dell'olio d'oliva in diverse preparazioni. Ricordiamo tuttavia, che è importante scegliere un prodotto di alta qualità e non eccedere nel suo consumo, visto e considerato che presenta un alto contenuto calorico, rendendolo una scelta molto meno valida degli altri oli d’oliva.